Di Luca Olla –
Talvolta non c’è corrispondenza esatta tra l’Italiano usato fuori dall’isola e la nostra variante italiana squisitamente adattata ai tempi e al modus vivendi pacato, diciamo pure indolente dei popoli mediterranei, quindi anche di noi sardi. Questo, in particolare, emerge durante le occasioni di incontro e confronto. L’estate porta a galla magnificamente tale non corrispondenza.
Espressioni come “ci vediamo fra un po’”, possono mandare in crisi non pochi. “Un po’” in Sardegna corrisponde a tutto: può essere fra qualche ora, di mattina, di pomeriggio, di sera, fra qualche giorno o settimana. “Un paio di” non corrisponde mai a “due”. Talvolta questa corrispondenza però la si riscontra nelle nostri rinomati locali e/o in improbabili località turistiche. Si possono trovare “un paio “, un paio nel senso stretto del termine ovvero due e solo due, gelati confezionati e un thè alla pesca “resuscitato” dal fondo di un frigorifero. Solo?! Il turista ci rimane male, ma francamente anche io che son sardo. “Mostra per la promozione dell’artigianato et similae”. Uno che cosa intende? Io intendo una promozione permanente, che “permane”, che è sempre fruibile, che ci poso andare quando voglio. E’ la stessa idea di chi dice io sono una persona sempre disponibile: orari di ricevimento il lunedì e giovedì dalle 8,00 alle 9,00! Mi pare sia proprio una contraddizione bella e buona.
Ma noi italiani siamo così, parliamo mettendo in fila indiana una parola e il suo opposto nella stessa frase. Poi quando ci sono le incomprensioni è sempre l’altro che ha capito male. Ma a noi piace riempirci la bocca di gran belle parole, dipingere di straordinari colori ciò che in sostanza è poco più di nulla o meglio vendere aria fritta ben condita con tanto di supponenza e arroganza, tipico del mediocre che vive aureamente la sua dimensione del “io sono il migliore e come la mia terra non ce n’è altra”. Ma, andare un tantino oltre la propria siepe? Paura di doversi ridimensionare?
Ho letto che le forze della Polizia Stradale, ieri, ferragosto, erano tutte in servizio anche con unità doppie per garantire una certa regolarità nel traffico. Immagino il traffico delle persone che vanno avanti e indietro per poter ammirare e gustare le bellezze della nostra isola disponibili però solo a determinati orari, rispettati come noi italiani non siamo abituati a rispettare mai (si sprecano i quarti d’ora accademici ogni santa volta che si dà un appuntamento preciso, vuoi evento pubblico, vuoi evento privato). Per strada si perdono tutte quelle persone che hanno letto giustamente le quasi inesistenti locandine pubblicitarie e si sentono presi leggermente in giro. “Mostra…” ma aperta dalle 19.30 in poi.
Bene, sono in anticipo, cosa faccio nel frattempo? Ammiro il mare sardo, fantastico, che possiamo vantare solo noi? Attenzione però a non dirlo ai siciliani, ai calabresi o ai pugliesi. Mangio qualcosa di buono? Dove? I ristoranti non pullulano e non iniziano prima di una certa ora per far comodo ai turisti che se la stanno spassando, mentre io invece sto lavorando tutta l’estate. Va beh… Vado a prendermi un gelato. Non possiamo dire che vantiamo anche una tradizione millenaria nella produzione di gelati. Cavolo…però se non siamo forniti il 15 agosto …Aiuto, ma come si può?! Vogliamo giustificarci con i tempi di crisi? Benissimo! In questo modo i tempi di crisi andranno crescendo in maniera vertiginosa e saranno direttamente proporzionali alla noncuranza, poca formazione e non adeguata gestione delle (per quanto poche possano essere) risorse che si hanno a disposizione.
E’ passato luglio e si è visto come la crisi non ha permesso che fosse un mese abbondante. E’ trascorsa anche la prima decina di agosto quando con la fanfara si annunciava la settimana calda d’estate e il ferragosto imperdibile. Bene, ieri era ferragosto. Che dispiacere toccare con mano la pochezza sotto una cornice patinata d’oro. Pochezza in termini di impegno ad offrire il massimo spendendosi al massimo. Pochezza in termini di sorrisi verso chi viene a trovarci e ad ammirare le nostre cose. Mi chiedo dove possa portare l’atteggiamento di chi sembra sempre far un favore al prossimo. O vogliamo ancora continuare a millantare la leggenda metropolitana che noi siamo simpatici, solari e accoglienti? Come no.
L’” accoglienza turistica” è, però, ben altro. Per la definizione esatta si rimanda ad un qualunque dizionario della lingua italiana, ma anche al buon senso delle persone che lavorano nel settore Turistico, credendoci davvero e distinguendosi.
Chapeau all’Ittiturismo Peschiera di Feraxi. Sarà gestito dai soliti “sardi”? Sardi si, ma non “soliti”. Persone con una mentalità che va oltre i confini della propria siepe casalinga. A parte la battuta al vetriolo, mi complimento con loro per la qualità delle pietanze servite e non di meno per la disponibilità, serietà e un ottimo servizio ad un costo estremamente onesto. Complimenti!
Foto di Max Becks