Di Mauro Manunza –
Addio a Sandro il censore. Nel primo pomeriggio di sabato 5 agosto ha lasciato questo mondo uno dei sinnaesi più conosciuti: benvoluto e stimato da moltissime persone, poco gradito a qualcuno. Personalità controversa, di animo profondamente buono e di carattere fermo e severo, Sandro Cardia avrebbe compiuto 73 anni fra qualche settimana. Da alcuni anni era costretto a casa, per colpa di un ictus che aveva interrotto la sua intensa attività di sorvegliante (esterno) dell’amministrazione pubblica nel suo amato paese e di instancabile organizzatore di vita sociale e cultura civica.
Scrupoloso docente di materie letterarie nella scuola media e poi apprezzato professore di filosofia nei licei, coltivava particolare passione per la politica attiva ed era considerato l’autorevole coscienza critica di chi governava Sinnai (al di là delle posizioni, indirizzi o colore partitici), così come la magistratura censoria dell’antica Roma sorvegliava sul contegno dei responsabili della vita pubblica, sui costumi, sulla correttezza dell’autorità amministrativa. Il “Professor Cardia” circolava in bicicletta (aveva un’auto che utilizzava raramente) e operava nel sociale. Organizzava incontri, riunioni, assemblee popolari, convegni, e soprattutto esprimeva critica, giudizi, rigore attraverso il dibattito su una tribuna particolarissima che ha fatto storia nella comunità di Sinnai: il giornale “Questa Sinnai”, mensile che egli stesso organizzava, redigeva e in parte scriveva, punto d’incontro dei cittadini ai quali la collaborazione era aperta.
Quella di Sandro Cardia non è stata una vita tranquilla né facile. Vale la pena di raccontarne alcuni frammenti, un po’ curiosi e un po’ determinanti. Era un bravo studente, ma il carattere combattivo e lo spirito libero creavano qualche problema. Frequentava l’istituto commerciale “Martini” quando si presentò al preside (l’arcigno Remo Fadda) per denunciare una professoressa perché <legge il giornale in classe anziché fare lezione>; così conquistò l’antipatia spiccata dell’insegnante proprio nell’ultimo anno quando, presentatosi all’esame di maturità con un pacchetto di bei voti, si scontrò con il presidente della commissione esaminatrice (un esterno): era marito della docente da lui accusata. Vero è che venne rimandato e poi bocciato, nonostante sperasse addirittura di ottenere una borsa di studio… Prese la maturità l’anno successivo, e decise si andarsene a Milano (grazie all’aiuto della famiglia).
A Milano non trovò strade semplici. Si adattò a lavoretti precari e trovò un posto provvisorio che gli fece adorare i libri: correttore di bozze in una casa editrice. Scoprì intanto l’impegno sociale, conobbe e frequentò don Luigi Giussani, s’inserì negli ambienti ultracattolici, ma a un certo punto divenne forte il richiamo della sua Sinnai, dove rientrò e quindi si laureò. Anche qui frequentò per un po’ l’ambiente ecclesiale, ma il suo spirito ribelle gli valse l’allontanamento dall’azione cattolica. Si dedicò al alcune iniziative sociali, trovò nuovi amici nel Partito comunista italiano e cominciò seriamente a interessarsi alla politica. Candidatosi alle elezioni comunali come indipendente nella lista del Pci, raccolse una valanga di voti e si trovò in Municipio come consigliere. Tutto bene? No, perché non condivideva pienamente la linea del partito di maggioranza ed entrò in conflitto con la Giunta comunista; chiedeva democrazia interna, i dirigenti cominciarono a guardarlo con fastidio e alla fine della legislatura emigrò nel gruppo del Manifesto; ma trovò un’autonomia di pensiero fondando a Sinnai una sezione di Democrazia proletaria. Intanto non potè fare a meno di scontrarsi anche con la dirigenza di Rifondazione comunista.
Fra le sue iniziative culturali e sociali che si ricordano (dibattiti, conferenze, confronti, corsi), particolarissima fu la riunione assembleare di capifamiglia messi davanti a numerosi rappresentanti di ditte fornitrici di pannelli solari. Uno alla volta, i tecnici illustrarono i pregi delle rispettive proposte, e infine fu l’assemblea dei potenziali clienti a indicare democraticamente il prodotto ritenuto più conveniente. Sinnai è probabilmente l’unico comune ad avere sulle case impianti di energia naturale quasi dappertutto uguali. E soddisfacenti.
Assieme all’amatissima (ed efficientissima) moglie Fanny Cocco, nel 1981 Cardia diede i natali al periodico “Questa Sinnai”. Inizialmente realizzato con il ciclostile, il giornale trovò poi veste più dignitosa in una tipografia di Quartu, andò aumentando la tiratura e si fece sempre più ricco di notizie, commenti, immagini, rubriche, cronache dal Municipio, deliberazioni consiliari, esame di situazioni legate alle risorse della comunità, del territorio agricolo e della montagna, dell’ambiente e delle possibilità turistiche, a quelle dell’eredità culturale, della tradizione, dell’artigianato e dell’appartenenza, oltre all’attenzione verso la scuola e il lavoro. Ma anche racconti e spigolature in lingua sarda, ricette tradizionali, articoli storici, importanti documenti fotografici della vecchia Sinnai. Fin dai primi numeri il giornale si dichiarò <apartitico, ossia al di sopra di ogni criterio di parte, sia politico che partitico o religioso. Non gode di alcuna forma di finanziamento, se non quella data dalla pubblicità e dalle vendite>.
Ed ecco come “L’Unione Sarda” valutò l’iniziativa in un articolo nella pagina culturale del 1982: <Nato quasi per scommessa, guardato con preoccupata diffidenza dagli amministratori comunali e dalle sezioni dei partiti politici, considerato con iniziale scetticismo dai potenziali lettori, confezionato con caparbietà fra mille problemi di carattere tecnico-organizzativo e di natura economica, “Questasinnai” si presenta in edicola per la quarta volta. Cinquanta pagine più quattro di copertina patinata: un giornale di tutto rispetto per la veste, per la periodicità, ma specialmente per il contenuto. Tant’è che va conquistando spazi e attenzioni…>.
Così l’iniziativa è andata avanti per trent’anni, grazie anche a ottimi collaboratori e redattori volontari. Non è stato un giornale commerciale, ma di informazione pulita e dibattito culturale. Tanto patrimonio è andato perso sei anni fa, interrotto da un’improvvisa sindrome cerebrale che ha sottratto alla cittradinanza un leader onesto, sincero, propositivo, severo e incorruttibile qual era Sandro Cardia. Quanto all’efficientissima, geniale Fanny Cocco, non è più tra noi da molti anni. Adesso raggiunta lassù da un compagno come lei irripetibile e rimpianto non solo dai figli Gioia e Amos, ai quali va l’affetto dell’intera comunità sinnaese.
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